Sul taccuino da viaggio la grafia trabalzante segnava il resoconto di una mattinata chiara e tiepida trascorsa nei dintorni, culminata nel sapido umore della trota braciata e dei gamberi di fiume pescati quasi sul momento.
Avvezzo al clima rigido e nebuloso delle sue terre, Knowlands aveva chiesto ai locandieri, nell’italiano ammaccato della pronuncia anglofona, di poter desinare all’aperto sotto i rami pesanti del noce più frondoso, nei pressi del mulino.
E i coniugi ostieri, deferenti e solerti anche nell’indiscrezione verso il furastiere , avevano accompagnato le pietanze con focacce di farro, vino cerasello e fichi secchi farciti di mandorle dolci.
In seguito, con china verde chartreuse aveva schizzato l’Oratorio di S.Pietro, fissando l’attenzione sul quadrato polindromico che rimandava a quello di Cirencester.
Intanto che la carrozza risaliva crocchiolando le curve della strada polverosa, egli disegnava la “Salmo trutta” dimorante le limpide correnti del Tirino, macchie vermiglie sui fianchi grassi, carni rosate e compatte. Una ruota di pecurino, avvolta in foglie di vite e custodita nel canestro di cannette, giaceva nella cassa che il fido Servant andava stipando.
Alle tre pomeridiane d’autunno inoltrato, la chiesa sprangata informava che un altro giorno era compiuto. Al convento, dove Knowlands avrebbe sostato per la notte, detta era stata la messa del vespro. Pian piano, dai monti circostanti, un vento gelido cominciava ad alitare nevischio incerto sulle ruelle dormienti.
Prima dell’alba, intabarrato alla foggia veneziana sul destriero sbuffante, egli già discendeva la collina per attraversare la Valle verso Bussi.
Rari coloni, forconi a spalla, si aggiravano tra i canneti lungo le sponde del fiume Tirino, il “Silente” Tritano da tre sorgenti generato.
Infra i vapori che dissimulavano oscure fogge moventi, distinse l’obesa figura di Rahinolds e comprese che la croce nel quadrato presto sarebbe entrata in asse. Quando la luce fu sufficientemente chiara e ogniuno s’era avviato secondo i percorsi convenuti, Travel Knowlands indugiava ancora sulla ripa del fiume, attratto dalle spinose conformazioni che la galaverna aveva creato nell’oscurità: marmorei spruzzi agghiaccianti pizzicavano lo sguardo tutt’intorno, nel barbaglio smeraldino delle acque mescolandosi al sanguigno delle alghe fluviali.
Riscosso dal guizzo di una trota, montò a cavallo e si diresse verso il Poggio Picense.